A soli venti chilometri dal capoluogo trentino, poco sopra Pergine Valsugana, la Valle dei Mocheni/Bernstol (o Valle del Fersina) è un’isola linguistica di origine tedesca immersa in un ambiente suggestivo e selvaggio, fatto di verdi prati e boschi rigogliosi.
La Valle conserva intatte ancora intatte anche le proprie tradizioni folcloristiche e gastronomiche, testimonianza della cultura e delle usanze di una popolazione che è riuscita a salvaguardare la sua identità non solo con i riti delle feste ma con l’amore per l’ambiente e la tutela del patrimonio storico-culturale.
I centri abitati si trovano sparsi lungo la valle: sulla sponda destra del Fersina si trovano S. Orsola Terme e Palù del Fersina, su quella sinistra Frassilongo e Fierozzo.
Una data precisa e una provenienza sicura delle prime popolazioni trasferitesi nella Valle del Fersina non è ancora certa. La versione più attendibile è che queste popolazioni fossero servi che i signori mandavano nelle loro proprietà sulle pendici della valle con l’incarico di dissodare la terra e coltivare cereali.
Fu solo verso il 1400 che si vennero a formare le prime comunità stabili. Si trattava di colini tedeschi provenienti per lo più da Baviera e Boemia. Da un’occupazione prevalentemente agricola, boschiva e pastorale, si passò allo sfruttamento dei ricci giacimenti di ferro, rame e argento.
Questa risorsa determinò tra il XV e il XVI secolo l’arrivo di altri lavoratori tedeschi, che per la loro occupazione in miniera furono chiamati “Canopi”. Rimasero per lungo tempo nella valle, pur non integrandosi con le comunità locali. Con il passare dei secoli le miniere si esaurirono e la gente tornò alle primitive attività, ovvero l’agricoltura, l’allevamento, la caccia e la pesca. Unico supporto era il piccolo commercio ambulante, praticato solo dagli uomini nei mesi invernali, consistente nella vendita di tessuti e piccoli oggetti, praticato soprattutto nelle campagne tirolesi, austriache, bavaresi e boeme. Peculiarità di questa popolazione era comunque l’autosufficienza e l’indipendenza che limitarono notevolmente i contatti con il mondo esterno, favorendo la conservazione degli usi, dei costumi e della lingua.
Nel 1914, durante la prima guerra mondiale, la Valle del Fersina fu completamente militarizzata poiché si trovava nelle immediate retrovie del fronte, mentre nel periodo della seconda guerra mondiale, a seguito dell'accordo Hitler - Mussolini del 1939 e dopo una pressante propaganda nazionalsocialista, gran parte della popolazione optò per il trasferimento nelle fattorie di Ceske Budejovice, nella Boemia Meridionale. L'esodo interessò globalmente 556 persone: 330 di Palù, 183 di Fierozzo, 9 di Frassilongo e 44 di S. Orsola. Gli optanti mòcheni partirono nel 1942 e fecero, alla fine del 1945, un ritorno amaro e spesso tragico; i beni lasciati alla partenza furono acquisiti dalla Società Fiduciaria Germanica di Liquidazione, e solo nel 1949, vennero restituiti. Terminata la guerra furono costituiti di nuovo gli attuali quattro comuni della Valle, che nel 1929 erano stati aggregati a S. Orsola. (www.valledeimocheni.it).
La lingua mochena è un’antica parlata tedesca che si è mantenuta fino ai nostri giorni grazie ad una trasmissione orale, passata da generazione in generazione. Infatti nei comuni mocheni di Palù del Fersina, Fierozzo e Riveda viene ancora parlata, mentre a Frassilongo solo una minoranza la parla.
Caratteristici masi in Val dei Mocheni (foto www.catsystem.it)
S. Orsola (925 m), formato dai paesi di S. Orsola e di Mala sulla sponda destra del torrente Fèrsina, non fa parte dell‘insediamento mòcheno in quanto di origine italiana e perciò di lingua romanza.
E‘ situato in posizione soleggiata e si presenta prevalentemente con la forma dell‘insediamento accentrato, a differenza dei Comuni mòcheni dove l‘insediamento è a „maso sparso“. Il toponimo S. Orsola deriva dal nome della Santa a cui è dedicata la prima chiesa del paese. Con una tradizione turistica e termale, oggi Sant‘Orsola è famosa per la produzione e la commercializzazione dei piccoli frutti (fragole, lamponi, mirtilli, ribes).
Dei numerosi ed antichi sentieri che circondano l’abitato, molti sono diventati tracciato attrezzato per passeggiate e per escursioni in mountain bike. Il giro dei masi alti parte dal centro e si snoda lungo i principali e più caratteristici masi del paese; la passeggiata lungo il torrente Fersina conduce alla vecchia segheria, agli antichi mulini e ad una delle più antiche miniere della valle
Piccoli frutti coltivati nella Valle dei Mocheni – Sant’Orsola